- La campagna ‘Un solo clic può rovinarti la vita’ ha lo scopo di aumentare la consapevolezza dei rischi di inoltro o diffusione di contenuti sensibili, come fotografie o video di natura sessuale o violenta
- L’Agenzia dispone di un servizio reclami per segnalare la diffusione illecita di questo tipo di contenuti e richiederne il ritiro, il Canale Prioritario , che si propone di offrire una risposta rapida in situazioni eccezionalmente delicate
- L’Agenzia ha ammesso di trattare più di cinquanta reclami sollevati tramite il Canale prioritario, con una percentuale di efficacia nella rimozione dei contenuti del 90%
L’Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) ha presentato oggi la sua campagna “Un clic può rovinarti la vita”, finalizzati alla sensibilizzazione sui rischi legati alla trasmissione o diffusione di contenuti sensibili, quali fotografie o video di natura sessuale o violenta. Come, twittare, cercare, acquistare … queste sono azioni che facciamo ogni giorno. Oltre il 90% della popolazione tra i 16 ei 74 anni utilizza frequentemente Internet e quasi il 65% di loro interagisce su social network come Instagram, Facebook, Twitter o YouTube, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica.
Tra quelle migliaia di click che ci permettono di comunicare, informarci o essere in contatto con amici o familiari, la campagna punta su un click che ha conseguenze molto più gravi del resto, un inoltro di contenuti sensibili senza il permesso delle persone. La cui immagine, voce o altri dati personali appaiono su di loro; un clic che, con l’intenzione di nuocere o per ignoranza,
L’Agenzia dispone di un servizio reclami per segnalare la diffusione illecita di questo tipo di contenuti e chiederne il ritiro, il Canale Prioritario, che si propone di offrire una risposta rapida in situazioni eccezionalmente delicate.
È un modo per segnalare all’Agenzia la diffusione su Internet di contenuti sensibili pubblicati senza il permesso delle persone che in essi compaiono, in particolare, nei casi di molestie su minori o violenza sessuale contro le donne ma anche in situazioni di violenza digitale di tutti i tipi.
Quasi il 60% delle ragazze e degli adolescenti soffre di bullismo online, il 42% spiega che a causa di questo bullismo ha perso la fiducia in se stesso e metà ritiene che il bullismo sulle reti sia più intenso di quello che si verifica nel mondo offline, secondo ai dati della ONG Plan International.
L’Agenzia, in quanto autorità indipendente, può adottare misure urgenti che limitano la diffusione e l’accesso ai dati personali.
Dopo aver analizzato il reclamo presentato tramite il Canale Prioritario (che può essere presentato dalla vittima o da un terzo), l’Agenzia può determinare l’adozione urgente di misure cautelari per evitare la continuità del trattamento illegittimo dei dati personali in casi particolarmente gravi.
Contestualmente, l’Agenzia valuterà l’avvio di un procedimento sanzionatorio nei confronti dell’utente o degli utenti responsabili di aver effettuato il relativo trattamento di dati illegittimi. Attualmente, la percentuale di efficacia nella rimozione di contenuti è dell’85% dopo l’invio del provvedimento cautelare alle pagine web che ospitano tali contenuti.
La campagna ‘Un solo clic può rovinarti la vita’ fa parte del Patto Digitale per la Protezione delle Persone, iniziativa lanciata dall’Agenzia che ha avuto la collaborazione delle principali organizzazioni imprenditoriali, fondazioni, associazioni mediatiche e gruppi audiovisivi e con cui , tra le altre responsabilità, si impegnano a diffondere il Canale prioritario tra i propri utenti, clienti e dipendenti.
Il Patto Digitale per la Protezione delle Persone promuove la privacy come una risorsa per le organizzazioni. Con esso, l’Agenzia cerca di aumentare la consapevolezza che accanto a un diritto può esserci anche un obbligo.
Per questo è necessario che tutti gli attori coinvolti in ambito digitale, cittadini e organizzazioni, siano consapevoli delle conseguenze che la diffusione di contenuti particolarmente sensibili può avere sulla vita della persona interessata e anche delle responsabilità che possono incorrere in chi chi li diffonde (civile, penale e amministrativo).
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FONTE: AUTORITA’ PER LA PROTEZIONE DEI DATI DELLA SPAGNA – AEPD